presentano
di
Roberto Cavosida
un’idea di
Simona Celi
con
Tosca D’Aquino e Giampiero Ingrassia
e con
Giancarlo Ratti, Tommaso D’Alia, Rossella Pugliese, Francesco Godina
scene
Luigi Ferrigno
costumi
Carlo Poggioli
musiche
Ivo Parlati
aiuto regia
Davide Paciolla
assistente alle scene
Sara Palmieri
regia di
Nadia Baldi
coproduzione Teatro di Messina, La Contrada Trieste
Cosa accade nelle cucine di Palazzo Ponteleone mentre nei lussuosi saloni soprastanti si consuma il famoso ballo narrato ne Il Gattopardo? È presto detto: volano le portate, si azzuffano i cuochi, si tirano padelle ma soprattutto si svelano amori impensabili, crudeli e meravigliosi conditi da tutti quei santi e profani profumi tipici della cucina siciliana.
Teresa, la cuoca, in gioventù è stata la prostituta prediletta nientemeno che di Don Fabrizio Salina, il Gattopardo.
Il loro fu un amore tanto intenso quanto impossibile che incendiò un’intera estate. Ma è da allora, da vent’anni, che non si vedono e lei lo aspetta, sperando che la degni almeno di un saluto, mentre la sua anima custodisce un inconfessabile segreto. Un segreto che Monsù Gaston, il cuoco mandato in aiuto dei Ponteleone dallo stesso Don Fabrizio, non tarderà a scoprire: Carlo, il figlio ventenne di Teresa, è figlio del Principe di Salina, che di lui non sa assolutamente nulla.
Amori e sapori nelle cucine del Gattopardo si dipana tra succulenti litigi, ricatti, ironia, sarcasmo e umorismo attraverso lo scontro di Teresa e Monsù Gaston. Uno invidioso dell’altra, non si accontentano di gareggiare nel preparare i piatti migliori, ma vogliono avere anche l’esclusiva delle attenzioni di Don Fabrizio. Un testo nel quale pietanze e sentimenti si mischiano ad arte in quel caleidoscopico mondo fatto di languore ed erotismo, di passione e causticità tipico del “profondo” sud.