Regia e Sceneggiatura
Nadia Baldi
Fotografia
Giovanni Ragone a.i.c.
Scenografia
Mariangela Caggiani
Musiche
Paolo Vivaldi
Montaggio
Maria Fantastica Valmori
Costumi
Luciano Parisi
Interpreti
Roberto Herlitzka
Francesca Caratozzolo
Stefano Scognamiglio
Produzione Esecutiva
Teatro Segreto
La storia è ambientata in Italia in uno ospedale psichiatrico a cavallo tra gli anni ’40 e ’60. A raccontarla, a vent’anni dall’accaduto, è lo stesso protagonista: il Dott. Herl. Questi si invaghisce di Ofelia Conti, moglie di un suo collega psichiatra, la quale, a sua volta, si innamora di Alessandro Blasi, un malato di mente ricoverato presso il loro ospedale. La donna perderà completamente la ragione diventando ella stessa una paziente del Dott. Herl.
Il finale del film è volutamente aperto: forse il Dott. Herl ha ucciso Ofelia per amore; forse Ofelia non è mai stata uccisa ed è ancora rinchiusa in quell’ospedale; forse tutto quello che il Dott. Herl ha raccontato è frutto della sua immaginazione; forse egli stesso è diventato pazzo.
L’amore come anomalia dell’anima e della mente, la non perfezione, l’armonia della disarmonia. Il disincanto e alle volte il sé che fugge da sé. Una sorta di follia indotta, o cercata, desiderata nei meandri delle fragilità. Il mio desiderio di narrare questa storia nasce dalla possibilità di farmi condurre con mano leggera oltre quella linea di confine che separa in noi il razionale dall’irrazionale.
Ofelia, il Dott. Herl, Alessandro sono l’uno specchio per l’altro. Amano sé stessi e odiano l’altro, odiano sé stessi e amano l’altro, su e giù per le stanze della vita. Il film si orienta verso la ricerca di quel conflitto tra possibile e impossibile presente in tutti gli esseri umani e spesso incoNfessato.
Il film lascia nel finale la possibilità ad ogni “testimone-spettatore” di scegliersi una strada.